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Covid Sicilia a rischio zona gialla da lunedì

Il rischio era nell’aria da qualche settimana e le voci serpeggiavano minacciose, senza che però vi fosse effettiva certezza. Oggi, queste stesse voci si ripetono sempre con più insistenza, a causa dei contagi e i ricoveri per Covid che continuano a salire. Sicilia sull’orlo della zona gialla la prossima settimana, seguita – forse tra 15 giorni – dalla Sardegna. Le due grandi isole potrebbero abbandonare l’area bianca, gravate dall’aumento delle percentuali sui ricoveri ospedalieri, che determinano il passaggio di fascia e anche in altre regioni come la Calabria e la Toscana i numeri salgono leggermente.
Ad aumentare i rischi in tutto il Paese è anche il moltiplicarsi di feste abusive e rave party in diverse zone turistiche. E i controlli dei Nas scattati in villaggi turistici, campeggi, agriturismo hanno portato a 17 chiusure e 301 violazioni contestate, nella maggior parte dei casi per la mancata attuazione delle misure anti-Covid.
A temere più di tutti è proprio la nostra isola, dove le soglie di occupazione di posti letto in terapia intensiva sono al 9% e i reparti ordinari al 15% (incidenza contagi a 140). Tutto ciò a fronte di un limite massimo fissato per decreto, per restare zona bianca, al 10% per la rianimazione e al 15% per l’area medica, nel caso in cui l’incidenza settimanale superi 50 casi ogni 100mila abitanti. La Sicilia potrebbe finire lo stesso in giallo da lunedì 23 agosto, dopo i risultati del monitoraggio di venerdì prossimo.
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Covid Sicilia: l’ordinanza del presidente Musumeci

Proprio qualche giorno fa il degenerare della situazione aveva spinto il presidente Musumeci a emanare un ordinanza, che quest’ultimo aveva giustificato così: «Oltre il novanta per cento dei ricoverati in terapia intensiva riguarda persone non vaccinate, numeri altissimi anche nei reparti di degenza ordinaria. Il protocollo per le cure domiciliari, così come avevamo promesso, é stato già approvato dal Comitato tecnico scientifico, ma non è possibile fare finta di niente: non è possibile pensare che i comportamenti individuali e i mancati controlli possano essere concausa di un calo di attenzione. Questa ordinanza – ha aggiunto il governatore – individua adeguate misure di protezione per la limitazione del contagio e per favorire una sempre maggiore vaccinazione tra tutti i cittadini. Potremmo vivere un Ferragosto sereno e un’estate tranquilla e dare sicurezza ai nostri concittadini. Serve, però, un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti, ma soprattutto di quella minoranza che questo senso di responsabilità lo ha smarrito».
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Le polemiche verso l’ordinanza anti Covid-19…

Una manovra che non ha mancato di fare discutere, sia un seno all’opposizione sia fra gli alleati di Musumeci. L’attacco più duro arriva da sette deputati siciliani della Lega (Catalfamo, Cafeo, Caronia, Figuccia, Pullara, Ragusa e Sammartino): « Un atto che sembra frutto di improvvisazione e che rischia di aggravare la già grave situazione». Di avviso simile i parlamentari regionali salviniani « appare ampiamente inapplicabile, oltre che per altri versi illogica e nel suo complesso pericolosa».
Parole di critica giungono anche dal partito di Fratelli d’Italia: «Pur condividendo appieno la finalità di fronteggiare l’avanzata dei contagi da Covid-19, invitiamo il presidente della Regione a specificare più chiaramente, e se necessario anche rivedere, alcune delle misure previste al fine di rendere più efficaci e certe le loro attuazioni. In particolare, vanno chiarite le disposizioni sugli uffici pubblici che limitano gli accessi solo a chi possiede il green pass e la stessa definizione di ufficio pubblico ».
Il capogruppo del M5S all’Ars Giovanni Di Caro e i componenti 5Stelle della commissione Salute, Giorgio Pasqua, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca hanno così sentenziato in materia: «L’ordinanza di Musumeci? Tardiva, confusa e speriamo non sia del tutto inutile al punto in cui siamo. La sensazione, suffragata purtroppo dai numeri, è che a Musumeci troppe cosa siano sfuggite di mano: sia sul fronte fronte Covid che su quello, altrettanto drammatico, degli incendi. Come sempre corre a chiudere la stalla quando i buoi, tantissimi buoi, sono irrimediabilmente scappati».

…e la replica di Musumeci e del suo partito

La difesa dei fedelissimi di Musumeci è stata altrettanto forte, come mostrano le parole di dice Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di Diventerà Bellissima: «I fatti parlano chiaro, in Sicilia come nel resto d’Italia: il 92 per cento dei ricoverati per Covid- 19 sono non vaccinati e i contagi in continua e netta risalita. L’ultima ordinanza del presidente Nello Musumeci prende atto di tutto ciò e giustamente introduce ulteriori misure a tutela della salute dei siciliani e per cercare di scongiurare un eventuale lockdown che sarebbe deleterio per il comparto produttivo».
E anche la replica di Musumeci non si è fatta attendere: «Il decreto legge vigente, in coerenza con tutti i precedenti, affida al potere di ordinanza del presidente della Regione (soggetto attuatore del commissario nazionale per la emergenza) la disciplina di misure restrittive temporanee dettate da ragioni epidemiologiche. Questo è il caso, in diritto. E certamente è sotto gli occhi di tutti l’elevata incidenza del contagio nell’Isola. Risponderemo ai rilievi anche perché il Garante ha ritenuto che la misura contestata fosse estesa ai luoghi privati aperti al pubblico e non soltanto agli uffici pubblici a sportello come abbiamo chiarito. Seguendo la rigida interpretazione proposta» ha proseguito Musumeci «al potere di ordinanza sarebbe affidato, come durante il lockdown, il diritto di vietare l’ingresso agli uffici pubblici, mentre non potrebbe essere concessa la sua regolamentazione.
coronavirus al microspico
Chi ha la pazienza di leggere il prof. Treu stamattina su La Repubblica, troverà ancora una volta ribadito quanto già evidenziato dal prof. Ichino sulla efficacia della normativa nazionale vigente in materia di diritto del lavoro per adottare (quindi promuovere con atto di ordinanza) misure sulla sicurezza che riguardino i luoghi di lavoro. Comunque, non mi piacciono le polemiche, soprattutto in questo momento di emergenza sanitaria e quando sono pretestuose. E per tale ragione – ha poi concluso – attenderemo la risposta del Garante prima di dare esecuzione alla misura. In ogni caso, qualcuno mi farà comprendere la logica per la quale serve la certificazione per la mensa aziendale e non dove possono verificarsi degli assembramenti».


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