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Scuola, Sicilia gialla, si rientra ma fra le proteste

Un piccolo passo verso la normalità, seppur con tutti i dubbi del caso. Sembra dunque dipanarsi la vicenda ( o dovremmo dire la soap opera?) che ha animato in questi giorni il rientro a scuola. Prima il rientro fissato a giorno 7 era stato spostato al 10, poi nuovamente dal 10 al 13 con la possibilità di spostare ancora una volta il ritorno fra i banchi e cominciare domani. Alla fine la ripresa delle attività didattiche è avvenuta veramente giovedì, ma quasi ovunque in modalità telematica: la DaD ha costituito dunque un cuscinetto morbido per ripristinare la modalità in presenza. Sì, perché da oggi si tornerà tutti a scuola –  e per di più in presenza.

Sicilia zona gialla: non scatta la zona arancione

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Questo innanzitutto perché non Sicilia non è scattata la zona arancione. Il ministro Speranza ha infatti “graziato” l’isola, nonostante secondo i dati riportati sia stata superata la soglia del 20% delle terapie intensive e anche del 34% dei posti letto nei reparti ordinari. Tuttavia, nonostante quanto riportato nei reportage dell‘Istituto superiore della sanità, l’isola rimarrà gialla, seppure i comuni per i quali è stata disposta la zona arancione siano saliti a 146.
Praticamente, una zona gialla a leopardo, macchiata d’arancione praticamente qui e lì, mentre il bollettino del weekend fa intravedere qualche margine di miglioramento. Di seguito, i dati del bollettino:
Nuovi casi: 149.512 (ieri 180.426)
Attualmente positivi: 2.548.857 (ieri 2.470.847)
Morti: 248 (ieri 308), totale deceduti dopo test positivo: 141.104 (140.856)
Ricoverati: 18.719, 349 più di ieri (ieri 18.370, +351)
Ricoverati in terapia intensiva: 1.691, 14 più di ieri, 128 nuovi (ieri 1.677, -2, nuovi 141)

Tamponi: 927.846 (ieri 1.217.830)

Scuole aperte in zona gialla ma con proteste. Le proposte dei giovani

scuola rientro proteste
Dunque, senza la motivazione della zona arancione, con il Tar che ha decapitato le manovre della regione Campania e l’esplicita direttiva di Draghi, il rientro a scuola è dato per scontato. Questo non significa che sia stato accolto col sorriso da parte di coloro che devono, a scuola, tornaci. Proprio in questi giorni infiamma la polemica sui social, quando non direttamente mediante striscioni appesi intorno agli edifici scolastici.
Durissima la presa di posizione del Fronte della gioventù comunista catanese, che ha espresso tramite un comunicato tutta la loro contrarietà a un rientro in tale modalità: «Migliaia di studenti a Catania e provincia torneranno tra i banchi in una condizione di estremo disagio e pericolo data la crescita esponenziale dei contagi. Sebbene in queste settimane il ministro dell’istruzione Bianchi si sia detto più volte soddisfatto del lavoro svolto per un rientro in sicurezza, gli studenti sono coscienti di come la realtà dei fatti sia ben diversa dalla narrazione favoleggiante del governo»
«Oggi – si legge sempre nella nota a firma del Fronte – si cerca di mascherare il disastro delle istituzioni scaricando la responsabilità del picco pandemico sugli studenti e sulla ‘troppa libertà concessagli durante le vacanze di natale’. Il tentativo è quello di far passare il messaggio di una scuola sicura, ma popolata da studenti incoscienti che non rispettano le norme covid al di fuori della stessa. Nulla di più falso. Gli studenti e le studentesse sanno bene che la DAD non è la soluzione, e che l’unico modo per garantire a tutti un rientro a scuola veramente in sicurezza sia predisporre tamponi e mascherine ffp2 gratis per gli studenti e i lavoratori della scuola, avviare un serio tracciamento dei contagi e implementare il trasporto pubblico per assicurare il distanziamento sui mezzi.»
Tre idee concrete per risolvere un annoso problema, che in effetti non può continuare a essere aggirato con misure temporanee quali la chiusura delle scuola o la DaD. Quest’ultima può essere certamente una risorsa, ma qualora inserita in un sistema che la preveda in maniera organica e funzionale, e non quale costante tappabuchi a fronte di – più o meno improvvisate – crisi. Possiamo ancora definire, dopo due anni, crisi improvvisa il Coronavirus? E possibile che la soluzione sia (ancora) la stessa adottata due settimane dopo lo scoppio della pandemia?

Le parole delle autorità

scuola vuota rientro
Sono di ieri pomeriggio invece le frasi espresse, per mezzo di una nota, da Leo Cantarella, sindaco di Giarre: «A conclusione della riunione dei Sindaci Siciliani in cui si è deciso di prevedere che in zona gialla non si ripropongono le ordinanza di chiusura degli Istituti Scolastici, invito tutti, genitori, studenti, docenti ed operatori scolastici, per Lunedì 17 gennaio 2022, a utilizzare al meglio questo ritorno in presenza senza dimenticare le misure di prevenzione e di contenimento del Covid 19. Noi, assieme al Commissario Straordinario per l’emergenza Liberti e alle Autorità Sanitarie, continueremo a monitorare la situazione e ad intraprendere ogni iniziativa a tutela della salute pubblica.»
Come lui, molti sindaci hanno preso atto della decisione della regione e sono pronti a ripartire con l’attività scolastica così come l’abbiamo conosciuta finora. Sarà questo l’ultimo atto di questa diversa presa di posizione?


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