pfizer tagli al personale

Pfizer Catania licenziamenti chiusa vertenza

Abbiamo parlato a lungo quest’anno dello stabilimento di Pfizer Catania e dei licenziamenti – o meglio, della serie di grandi cambiamenti – che avrebbero interessato il distaccamento della ben nota casa farmaceutica. Tutto è cominciato con l’annuncio della Ugl che riportava «una decisione che riguarda lo stabilimento produttivo di Catania e che interessa nello specifico 80 lavoratori con contratto in somministrazione che non verranno rinnovati e circa 130 dipendenti effettivi ai quali, in prima istanza, sarà proposto il trasferimento nella sede di Ascoli Piceno. A questo si aggiunge anche un dimezzamento degli investimenti, da una cifra pari a poco meno di 60 milioni di euro annuali, precedentemente erogati per la produzione catanese, a una somma intorno ai 28 milioni di euro che consentirà soltanto la manutenzione degli impianti.»

Una notizia pesantissima, che ha dato luogo a estenuanti trattative, protrattesi per tutto l’anno. Dire che certamente Pfizer non era in difficoltà, visto quando l’azienda farmaceutica ha realizzato con corso della pandemia. Per dire, stando al The Guardian, si è tratto di uno dei prodotti più lucrativi della storia dell’umanità. L’anno scorso il fatturato della casa farmaceutica statunitense è raddoppiato, arrivando a 81,3 miliardi, mentre il profitto netto è stato di 22 miliardi, in crescita rispetto ai 9,1 miliardi del 2020.

La conclusione della vertenza sulla Pfizer Catania e i licenziamenti

Pfizer Catania

Alla fine la delicata vertenza internazionale che aveva visto interessata la Pfizer Catania, rea di aver avviato lo scorso 7 febbraio una procedura di licenziamento collettivo per lo stabilimento di Catania che ha convolto la multinazionale, sigle sindacali e fronti politici, è giunta al termine. La riduzione del personale di 130 unità, inizialmente prevista, dopo l’accordo tra le parti del 28 aprile si è trasformata in una adesione volontaria alla fuoriuscita dal sito, economicamente incentivata, che ha interessato 97 lavoratori, mentre 10 dipendenti hanno accettato la proposta di trasferimento nella fabbrica di Ascoli Piceno. Gli altri dipendenti sono stati recuperati grazie ad una variazione del mercato del prodotto Tygacil che ha determinato un incremento della commessa triennale. Alla luce delle fuoriuscite, ha avuto inizio anche una parziale riorganizzazione interna che deve essere completata, soprattutto per quanto riguarda la struttura gerarchica aziendale. Intanto, rispetto ai fondi inizialmente stanziati per gli investimenti nel 2022 (7,5 milioni di euro), Pfizer ha comunicato di avere speso circa 2,5 milioni di euro in più.

Sindacati: “Evitato il peggio”

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Non ha tardato a farsi attendere la dichiarazione dei segretari provinciali Jerry Magno di Filctem Cgil, Giuseppe Coco di Femca Cisl, Alfio Avellino di Uiltec e Carmelo Giuffrida di Ugl Chimici, insieme alla Rsu. «La vertenza Pfizer ha caratterizzato quasi tutto il 2022 ed è stata parecchio impegnativa dal punto di vista sindacale e umano. È stato evitato il peggio attraverso una soluzione che, sicuramente, non ha risolto la problematica della perdita di oltre 100 posti di lavoro su Catania, ma quantomeno ha evitato il licenziamento di numerosi giovani con la concessione dell’incentivo al licenziamento volontario che ha impattato principalmente su lavoratori prossimi alla pensione. Abbiamo accolto positivamente l’incremento delle risorse investite, ma ci aspettiamo di più per il 2023», concludono. 


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