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Recessione Sicilia, la Regione prevede -0,3%

Con l’inizio del 2023 le notizie per la nostra isola non sono state confortanti, se si parla dell’aspetto economico. Basta guardarsi intorno per vedere come l’inflazione abbia colpito la nostra isola – e la nostra provincia di Catania specialmente – più duramente che altrove. Rispetto ai dati dello scorso anno, Catania aveva fatto registrare anche picchi del +11% come tasso d’inflazione. Adesso le brutte notizie non arrivano soltanto dal confronto col passato, ma anche con le prospettive del futuro. Le stesse che fanno registrare un intensificarsi della recessione in Sicilia.

Recessione in Sicilia prevista per il 2023: meno 0,3% Pil

Se non fosse necessario, per tutti i siciliani, semplicemente controllare il proprio portafogli, è arrivata anche la previsione ufficiale. Secondo quanto riportato dal Defr 2023-2025 a firma del governo Schifani, approvata in giunta è già trasmessa all’Assemblea siciliana, il 2023 farà segnare un calo del Pil dello 0,3%. Un ribaltamento dello scenario rispetto a quanto riportato la scorsa estate, dove si prospettava una crescita del 2,6%.

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«La revisione delle stime, che è stata effettuata considerando il mutato quadro programmatico della NaDef, vede migliorare le previsioni elaborate a luglio per l’anno in corso (da 2,3% a 3,3%) con un differenziale positivo di un punto percentuale – si legge nel documento – ma prospetta un peggioramento del percorso di ripresa per gli anni successivi, soprattutto per l’anno 2023, che a fronte di una ipotesi di crescita del 2,6% stimata a luglio, mostra adesso una variazione negativa (-0,3%)».

Nel documento si legge inoltre come «la recessione prevista rappresenta il riflesso dell’indebolimento dell’attività economica, principalmente attribuibile ai minori consumi delle famiglie e alla riduzione degli investimenti delle imprese in macchinari e attrezzature, a causa dell’impatto dell’inflazione sul reddito disponibile e della maggiore incertezza nelle aspettative, oltre che dell’aumento dei costi di finanziamento indotto dal rialzo dei tassi d’interesse. Si tratta, peraltro, degli stessi fattori che incidono negativamente sul volume degli scambi internazionali, a sua volta influente, come domanda estera, sul sistema produttivo regionale».

«Particolare rilevanza – prosegue la NaDefr – assume, a livello regionale, la crescita dell’inflazione che a novembre mostra una variazione del 14,3% su base annuale, mantenendo una dinamica più elevata rispetto al resto del Paese».

Recessione Sicilia: le cause

Sempre il documento citato riporta anche una serie di ipotesi e di teorie su quali possano essere le cause che hanno acuito la crisi economica in Sicilia e quindi spinto verso la recessione. «Nel corso del 2022 il quadro macroeconomico internazionale si è deteriorato: il conflitto in Ucraina ha ridimensionato le prospettive di crescita dell’economia mondiale per l’anno in corso e soprattutto per il 2023 in ragione dell’aumentata incertezza, dell’ulteriore rialzo dei prezzi delle materie prime e dell’acuirsi delle
strozzature lungo le catene globali del valore. Altri fattori di freno alla crescita si possono individuare nella debolezza dell’attività in Cina, che sconta il costo economico della strategia “zero-Covid”.»

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