sant'agata il martirio

Sant’Agata tra le atroci torture

La storia della giovane Agata di Catania ci insegna che seguendo l’amore del Cristo Signore Nostro è stata torturata da un uomo che si era innamorata di lei.
Quest’uomo, pur di far si che la donna rinunciasse all’amore di Dio ha tentato tante torture e uccidendola.

Le atroci torture subite dalla giovane fanciulla Agata

La giovane Agata fu arrestata dal proconsole romano Quinziano, poichè lei rifiutava il suo amore, da quel momento la sua vita sarebbe cambiata, ricevendo numerose torture.
Un’atroce tortura che la giovane fanciulla Agata ha subito sono le flagellate, quel dì Quinziano osservò entrare nella stanza dei supplizzi la giovane e la vide mentre un addetto la preparava sul cavelletto dove da li a poco avrebbe ricevuto le frustate.
Successivamente la seconda tortura che ricevette Agata fu lo stiramento delle carni con degli unghioni di metallo e infine, le bruciarono molte parti del corpo.
Santagata e il carnefice 1
Quinziano ogni qualvolta che terminava una tortuna nei confronti della giovane Agata, poneva sempre la medesima domanda, sperando e augurandosi che il dolore che l’affiggeva potesse far cambiare idea ad Agata.
La giovane fanciulla resisteva alle torture che riceveva e di conseguenza il proconsole romano Quinziano ordinò di far tagliare i fianchi con delle lame affilate, sperando di terrorizzarla.
Il proconsole guarda con gli occhi della sfida il corpo bruciato e ferito della giovane Agata.
Agata era imperterrita ed resisteva ancora, mentre il proconsole romano, le continuava a chiedere di rinnegare la fede cristiana con tono sempre più minaccioso.
Fin quando ad un tratto la giovane Agata, esasperata e sfinita dal dolore gridò che lei era un frumento di Dio e che godeva dei martiri.
A quel punto in proconsole romano Quinziano si arrabbiò ed ordino che venisse stirata una mammella e tagliata.
La giovane Agata a quell’ulteriore gesto urlo con Quinziano, dichiarando che l’uomo era un feroce tiranno e che doveva vergognarsi nel mutilare una giovane donna, inoltre, gli ribadì che poteva anche mutilarla ma mai sarebbe riuscito ad estirpare le vere mammelle che erano dentro di lei e che aveva consacrato al Cristo fin dall’infanzia.
La fermezza di SantAgata ancora una volta si palesa
Dopo la mutilazione delle mammelle il vestito della giovane fanciulla si riempi di sangue, il suo corpo era tutto martoriato dalle ferite che il pronconsole le aveva fatto inveire, cosi mal concia, fu riaccompagnata nelle carceri con la disposizione di non essere ne medicata, e nemmeno nutrita e dissetata.
Così il proconsole romano Quinziano le privo delle agevolazioni che erano concesse ai prigionieri cristiani dopo aver subito torture.
Infatti, Quinziano, con questo trattamento, voleva ridurre la giovane fanciulla Agata all’agonia e in cuor suo forse sperava che Agata si sottomettesse alle sue richieste.
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