Fallimento Catania calcio

Calcio Catania: proroga di 10 giorni, si torna a sperare

Letteralmente uno stillicidio quello che stanno subendo i tifosi del Catania in questa stagione, qualcosa che sicuramente – nel bene e nel male, in base a come tutto questo si concluderà – li porterà a ricordare questa stagione. Non osiamo poi nemmeno immaginare come debba viverla la squadra e tutti coloro che con la società Calcio Catania ci lavorano – costretti a vivere con l’angoscia di non sapere nemmeno se la squadra riuscirà a concludere il campionato. Una domanda che, a quanto pare, perdurerà ancora per 10 giorni.

Calcio Catania: il tribunale di Catania dispone altri 10 giorni

Tribunale di catania
Il Tribunale di Catania ha concesso altri 10 giorni di proroga all’esercizio provvisorio del Catania calcio. La decisione è giunta in tarda mattinata e fa ben sperare. Infatti, il tribunale potrebbe essere stato indotto alla decisione da una possibile offerta che potrebbe essere formalizzata nei prossimi giorni. Le motivazioni addotte per la scelta, d’altronde, sono chiarissime: “Trattandosi di una vicenda di particolare interesse sociale” si legge nella disposizione che dispone la proroga sino a giovedì 17 marzo “per valutare l’ulteriore possibilità di liquidazione del ramo caratteristico di azienda calcistica della Calcio Catania s.p.a.”.
Ancora del tempo, ancora una speranza dunque. Magari per vedere concretizzato il progetto dell’imprenditore romano Benedetto Mancini, il quale ha presentato un’offerta di 125 mila euro, il 25 per cento di quanto richiesto dal bando, senza riuscire però a far giungere alla pec del Tribunale l’incartamento.

Astorina: Mancini ha fatto di tutto per non presentare la documentazione

Eppure non smettono di piovere durissimi attacchi sul possibile futuro proprietario della squadra etnea. Intervistato ai microfoni di Itasportpress.it, l’ex presidente del Catania Gianluca Astorina non ha usato mezzi termini in merito alla sua opinione su Mancini: «E’ allucinante che questo signore si permette di tirare in ballo i tre curatori e giocare col Tribunale etneo e lo ha fatto attraverso un comunicato tra l’altro non firmato. Ha commesso una serie di cavolate in questi giorni, dal capitale sociale di 10 mila euro, poi la pec e infine il bonifico che non sono pervenuti nei tempi. Mancini ha sbagliato tutto l’iter nonostante tempo fa dichiarò di aver fatto le prove.  Il capitale sociale sarebbe dovuto essere di 500 mila euro come previsto nel bando e non di 10 mila euro. Poi se avesse perso all’asta i suoi soldi sarebbero tornati indietro e non li avrebbe persi. Mancini è arrivato a Catania il 21 dicembre scorso e prima del fallimento del club stava per presentare una manifestazione di interesse. Ha fatto di tutto per non presentare la documentazione, responsabilmente e consapevolmente.»
E alla domanda se ritenesse che l’imprenditore romano agisse in solitaria, Astorina da risposto «Non è solo, è fiancheggiato e rappresenta il gruppo catanese che ha gestito il Catania mesi fa portandolo al fallimento. Se l’ex presidente Pulvirenti durante il periodo diciamo infausto, ha fatto tre mila danni, la Sigi in un anno e mezzo ne ha fatti il triplo. Sono loro i responsabili del disastro del Calcio Catania. Numeri alla mano, in pochi mesi di gestione hanno speso molti più soldi di Pulvirenti in un anno di Serie C con l’aggravante che non hanno raggiunto le semifinali playoff. Il club non va dato a chi sta facendo di tutto per prenderlo adesso con strategie strane per non dire altro. E’ evidente che l’obiettivo è Torre del Grifo e non il Catania Calcio.»

Fonzo: fatti illogici dopo la retrocessione in B

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Ignazio Fonzo, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Catania, a ‘Salastampa’ su TeleOne, canale 19, si è espresso sulle criticità societarie dei rossazzurri che rischiano ancora l’esclusione dal campionato. «Al di là della situazione surreale in un contesto internazionale molto preoccupante, la squadra ha dato riprova, pur tra mille difficoltà, di avere carattere, temperamento, requisiti morali per cui anzichè adagiarsi e crollare ha continuato a lottare sul campo conseguendo dei risultati che ne fanno emergere un livello non basso. Anzi, probabilmente in una situazione di normalità avrebbe potuto tranquillamente battersi per posizioni di classifica migliori. Tutto questo è figlio di una situazione che riguarda la nostra città, ma poi guardando all’aspetto sportivo ha un momento di partenza. Ci riferiamo al picco massimo raggiunto nel 2012/13, con record di punti in Serie A. La proprietà di allora ruppe il rapporto con Gasparin, assunse al suo posto qualcuno che non si era mai occupato di gestioni di società sportive, il Catania scese in B ma la retrocessione poteva essere fisiologica. Poi c’è stato un concatenarsi di fatti illogici, arrivando ai ‘Treni del Gol’ con l’ammissione di colpa di fronte al procuratore federale. Se non ci fosse stata, probabilmente il Catania avrebbe ricevuto la penalizzazione in B, lottando per la salvezza. Successivamente si è assistito a cambi dirigenziali con risultati sportivi che non sono arrivati in C, risultati economici che, come testimoniano gli esiti ultimi delle procedure concorsuali, hanno patrimonialmente danneggiato il Catania fino ad arrivare al passaggio di mano della vecchia proprietà.»


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