La scoperta di vulcani sottomarini così vicini alla costa della Sicilia

Soltanto i libri di storia, ormai, ricordano la bizzarra nascita e l’altrettanto sorprendente scomparsa dell’Isola Fernandea. La vicenda ebbe inizio nel luglio del 1831 quando, dopo giorni di movimenti tellurici e tra il ribollire delle onde, un vulcano sottomarino eruttò violentemente portando alla luce un’isola dalla superficie di circa 4 chilometri quadrati. Situata nel Canale…

vulcani sottomarini
Soltanto i libri di storia, ormai, ricordano la bizzarra nascita e l’altrettanto sorprendente scomparsa dell’Isola Fernandea. La vicenda ebbe inizio nel luglio del 1831 quando, dopo giorni di movimenti tellurici e tra il ribollire delle onde, un vulcano sottomarino eruttò violentemente portando alla luce un’isola dalla superficie di circa 4 chilometri quadrati.
Situata nel Canale di Sicilia a metà strada tra l’isola di Pantelleria e la costa di Sciacca, l’isola ebbe vita breve e scomparve quasi improvvisamente nel gennaio dell’anno successivo in seguito all’erosione marina con buona pace di chi rivendicava la sovranità sulla novella terra emersa.
L’episodio che appare così lontano nel tempo potrebbe non rimanere del tutto isolato. Se pensate che il mondo sommerso del Mar mediterraneo non abbia più segreti, è arrivato il momento di ricredersi.

Sconcertanti rivelazioni marine

Grazie ad un’approfondita azione di studio e ricerca svolta dagli studiosi dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale nel tratto di mare compreso tra Sciacca e Mazara del Vallo, è stato possibile scoprire l’esistenza di ben sei vulcani sottomarini di cui era sconosciuta l’esistenza fino a qualche giorno fa.Situati in braccio di mare non troppo distante dalla coste meridionali siciliane, l’area vulcanica si compone di tre formazioni a cono di tufo e di altre tre a forma tronco conica e le ultime attività eruttive risalirebbero all’epoca quaternaria.

Actea

Delle sei formazioni vulcaniche il più vicino alla costa è il vulcano Actea situato a soli 7 chilometri da Capo Granitola ed una peculiarità tale da renderlo quasi unico nell’area marina siciliano. Gli studiosi, infatti, hanno potuto constatare la presenza di una colata lavica estesa per oltre 4 chilometri.
Le attività di studio, in ogni caso, non sono terminate e proseguono alla ricerca di novità dal mondo sommerso.