brioscia

Brioscia col tuppo: ricetta e storia di una prelibatezza siciliana

Ebbene sì: oggi parliamo di cose importanti. Fondamentali, anzi, se si è siciliani: la brioscia col tuppo. Stiamo parlando dell’immancabile accompagnamento di ogni granita o gelato siculo che si rispetti, e della scatenatrice di faide da tavolo più conosciuta nell’isola. Rubare “il tuppo” a qualcuno è infatti sufficiente a rompere antiche amicizie e scatenare guerre fratricide fra familiari. Ma da cosa deriva il suo aspetto caratteristico?

La brioscia col tuppo: perché si chiama così

Secondo quanto ci è stato tramandato da uno scioglilingua della cultura popolare siciliana la forma tipica della brioscia sarebbe legata a una travagliata storia fra due giovani, il cui amore venne ostacolato dalla madre della ragazza. Questa avrebbe dunque, in segno di dolore, reciso la sua acconciatura che era contraddistinta appunto da uno chignon, un “tuppo” in siciliano. Questo gesto commosse a tal punto la madre che essa acconsentì al fidanzamento.
Schetta nun t’appi e maritata t’appi/
Senza tuppu ti vulia e cu lu tuppu t’appi/
Schetta nun t’appi, cu lu tuppu t’appi /
Basti ca t’appi e comu t’appi t’appi.”
In effetti, sempre secondo quello che ci è stato tramandato, la brioscia fu creata da una nobile famiglia ed è possibile che la sua forma e l’etimologia del suo nome si collegassero effettivamente a una tipica acconciatura normanna, di nome Tuopin (o in gallico toupeau). Questi termini, che oggi ritroviamo nel moderno toupet, divennero in siciliano tuppu. Da cui appunto la nostra beneamata brioscia col tuppo.
Ma bando alle ciance, non vorrete solo parlarne, senza assaggiarla?
 
Brioscia col tuppo ingredienti:
500 g di farina di grano tenero
90 g di zucchero
160 ml di latte
1 bustina di lievito di birra disidratato (7 g)
2 uova
2 tuorlo (di cui uno per lucidare
80 g di burro morbido
1 cucchiaio di miele
la scorza di 1 limone grattugiata
sale

Brioscia col tuppo ricetta

brioscia col tuppo
Il primo passo è quello di mescere in una ciotola farina, latte a temperatura ambiente, le uova e uno dei due tuorli, il miele, il lievito e lo zucchero.
Iniziate ad impastare fino ad amalgamare; una volta ottenuto un composto lavorabile, continuate a impastate per 15 minuti aggiungete poco alla volta il burro morbido. Mi raccomando di attendere che il pezzetto precedente si sia amalgamato prima di aggiungere il successivo. Aggiungete verso la fine anche il sale. Solo quando avrete ottenuto un composto omogeneo e compatto, lasciatelo a riposare dentro la ciotola coperta da una pellicola alimentare. In questo caso è importante che lasciate alla brioscia il suo tempo: in genere sono necessarie circa 4 ore, ma l’importante è che essa raggiunga il raddoppio delle dimensioni.
Quando le dimensioni saranno lievitate fino a raggiungere il doppio, versate il contenuto della ciotola su una spianatoia infarinata. Dividetelo in diversi blocchi, alcuni da circa 80 g e altrettanti da circa 15 g. I pezzi più grandi devono essere formati, uno alla volta, con le mani. Manipolateli fino a ottenere delle palline, poi appiattitele leggermente pressandole su un piano, assicurandovi di averli disposti a distanza sufficiente l’uno dall’altro. Apritevi anche un piccolo incavo sulla superfice superiore di queste palline, dove andrete a disporre “il tuppo”. Infatti, allo stesso modo con l’impasto di dimensioni minori formate delle palline più piccole e posizionatele al centro di quelle disposte in precedenza.
Coprite il tutto con uno strofinaccio umido e lasciatele a lievitare per un’altra ora e mezza. A quel punto, spennellate le briosce con latte e tuorlo d’uovo sbattuti. Infornatele dopo aver lasciato riscaldare il forno: consigliamo circa venti minuti a 180°, fino a quando la superficie avrà assunto un colore lucido e dorato.
A quel punto, sfornatele e servitele una volta tornate a temperatura ambiente. Attenzione, l’interno tende a trattenere il calore!


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