San Berillo

Visitare il quartiere di San Berillo

Per conoscere Catania e la sua storia bisogna fare almeno un giro in uno dei quartieri più antichi della città, dedicato a San Berillo, morto martire e primo vescovo della comunità cristiana catanese. Il quartiere occupa una posizione centrale e fa parte della I circoscrizione, insieme ai quartieri Angeli Custodi, Antico Corso, Civita, Fortino, Giudecca e San Cristoforo.

San Berillo: La difficile storia urbanistica

Un tempo San Berillo era il quartiere più importante e centrale di Catania, densamente popolato e ricco di botteghe artigiane. Con il terremoto del Val Noto nel 1693, che mise in ginocchio la città, durante la ricostruzione l’asse viario si spostò sempre di più verso l’Etna accrescendo l’importanza del quartiere dei Quattro Canti.
Nonostante negli anni la piazza di Stesicoro con i vicini resti dell’anfiteatro romano e la costruzione della stazione ferroviaria riportarono l’attenzione su San Berillo, scelte urbanistiche e speculazioni non fecero più decollare il quartiere.
Anzi le opere di risanamento della zona per favorire l’afflusso e il deflusso dalla stazione e migliorare le condizioni igieniche, diedero vita negli anni cinquanta ad uno sventramento, ancora oggi visibile.
Accanto a palazzi barocchi e monumenti, si hanno edifici incompleti e devastati, e San Berillo che doveva essere il quartiere più nobile, divenne quello più degradato, il luogo degli emarginati.
Oggi le opere di riqualificazione che puntano sull’aspetto turistico e culturale, cercano di rivalutare questa zona, che è pur sempre un pezzo di storia catanese.

San Berillo: La rinascita attraverso piazze e luoghi

san berillo la rinascita
Se ti addentri tra le vie del quartiere San Berillo, devi sostare in piazza Stesicoro, una delle più frequentate per la sua centralità e per la sua vicinanza al mercato della “Fera ‘o Luni“, probabilmente fiera della luna o del lunedì, dove oltre alla frutta, verdura e pesce puoi trovare abbigliamento e artigianato locale.
Da questa piazza ogni anno, il 3 febbraio, parte la “processione della luminaria”, che prende il nome dall’offerta dei lumi all’altare della santa patrona Agata.
Un’altra piazza, vero simbolo di rinascita per San Berillo, è quella intitolata a Goliarda Sapienza (Ex Piazza delle Belle). E’ un omaggio alla scrittrice, cineasta e poeta catanese, che ha vissuto una vita difficile e al limite, tra carcere e manicomio, che ha ispirato “L’arte della gioia” pubblicato postumo, un po’ come la storia del quartiere di San Berillo. Se vuoi vivere una Catania mondana, questo è il luogo giusto, infatti la piazza è diventata il punto di riferimento per i catanesi e la vita notturna.
Un esempio eclatante di riqualifica è il Teatro Sangiorgi. Costruito all’inizio del 1900 per essere, oltre al teatro, un luogo multifunzionale con all’interno un caffè, un albergo, una pista di pattinaggio e posto d’incontro, con la crisi dello spettacolo teatrale degli anni settanta cadde in degrado e fu trasformato in un cinema a luci rosse. Recuperato con l’acquisto nel 1988, da parte dell’Ente Autonomo Teatro Massimo Bellini, è ritornato al suo splendore, con un’enorme capienza e un vasto palcoscenico, e oggi ospita rappresentazioni e eventi di gran prestigio.

San Berillo: Rinascere con l’arte e il turismo

museo reba
La riqualificazione del quartiere ha avuto un ulteriore slancio grazie anche alla promozione artistica.
Fai un salto al museo ReBa, ideato da Renato Basile, all’interno di un grande palazzo a due piani composto da sette grandi sale e da un ampio cortile, dove si esalta l’arte contemporanea e si favorisce l’integrazione sociale.
Oppure puoi fare una passeggiata per la via di San Michele e immergerti nell’artigianato più estroso, trovando artisti, pittori e atelier d’arte. Come Magda Masano che crea oggetti in pietra lavica o in ceramica dipinta, oppure puoi visitare Koart, una galleria che ospita nuove generazioni di artisti.
Numerosi infine i luoghi dove puoi sostare ed assaporare pietanze locali siciliane e vini come al “Razmataz“, o un cibo sano e creativo come alla “Cucina dei colori” dove il menù cambia ogni giorno a seconda della stagionalità.
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