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San Silvestro, patrono di Troina

Silvestro, nato a Troina intorno al XII secolo, fu ordinato sacerdote da papa Adriano IV. Morì nella sua stessa Troina, dove si era ritirato vivendo da eremita. Il suo culto si diffuse soprattutto a causa dei numerosi miracoli attribuitigli. La tradizione popolare narra ad esempio che San Silvestro guarì dalla lebbra l’imperatore Costantino, convertendolo poi alla fede di Cristo. Il paese di Troina, in provincia di Enna, durante la conquista normanna divenne un centro importante, tanto che il conte Ruggero vi fondò due monasteri basiliani e la chiesa cattedrale annessa al primo vescovado normanno in Sicilia.

I festeggiamenti di San Silvestro

I troinesi festeggiano san Silvestro, monaco basiliano, tre volte l’anno. Il primo festeggiamento ha luogo il 2 gennaio, quando il santo viene celebrato con la sua messa solenne nella basilica dedicatagli, al cui interno è custodita la sua tomba (attribuita a Domenico Gagini). Oltre la messa solenne il santo riceve l’omaggio della pioggia di nocciole lanciate dal campanile della basilica, comunemente chiamata l’abbiata di nuciddi. La seconda festa ricorre a fine maggio, in coincidenza col festino, durante il quale fino al 1575 venivano celebrati la Vergine Assunta e San Nicolò da Tolentino. La coincidenza è dovuta al miracolo compiuto da san Silvestro quando il suo simulacro, portato in processione, salvò la popolazione dal pericolo della peste che a quei tempi aveva colpito la Sicilia. Il terzo festeggiamento avviene a settembre, mese in cui per circa quindici giorni si svolge una grandiosa fiera.

Troina

Il festino di maggio comprende: il pellegrinaggio votivo denonimato Ddarata, organizzato dai massari (i contadini); la processione della reliquia ed infine la cavalcata storica, la kubbaita. Il penultimo giovedì di maggio, i fedeli chiamati a raccolta da un suonatore di tamburo si avviano in corteo verso i boschi vicini per compiere il pellegrinaggio votivo. Ogni pellegrino, appena giunto nel bosco, scegliere una pianta di faggio e dopo averla ripulita da rami e fronde l’adorna con fasci di alloro, fiori, arance, nastri colorati e bambole. Compiuto il rito, i ramari – come vengono comunemente chiamati questi devoti – ritornano al paese a piedi, ognuno col proprio ramo. Il giorno seguente, in mattinata, i fedeli sfileranno con i rami in processione sino alla piazza del conte Ruggero, dove lasceranno i bastoni appoggiati ai muri delle case per proseguire fino alla chiesa Madre. Lì assisteranno alla funzione religiosa.

Al termine della funzione religiosa si svolge una gara in cui ogni pellegrino darà prova di abilità ed equilibrio reggendo sul palmo della mano il ramo. I più anziani invece si accontentano di assistervi, con i loro rami di alloro sulle spalle. Conclusa la gara, i pellegrini rendono omaggio alla tomba del santo.

San Silvestro

La Ddarata

La domenica mattina ha luogo la Ddarata, cioè il pellegrinaggio organizzato dai contadini, armati di fucili e bastoni, a dorso di muli e cavalli bardati sfarzosamente e carichi di rami dall’alloro. Sabato pomeriggio la reliquia del santo viene portata in processione sino alla basilica di san Silvestro. Il corteo è costituito, oltre che dai fedeli, dai componenti delle undici confraternite: tutti in saio penitenziale, di colore bianco e con mantelle dai colori vivaci. Ogni confraternita è preceduta dal suonatore di tamburo e dallo stendardo, ed è seguito dal proprio governatore che sfila in coda accompagnato dai congiunti e da due valletti in costume, mentre al centro un confrate regge un crocefisso d’argento. Le confraternite sfilano su due file, reggendo il cero acceso. I massari a cavallo hanno il compito di regolarne il passo spostandosi avanti e indietro tra le file della processione. Dopo le confraternite, viene il clero con il parroco che regge la statuetta d’argento raffigurante il santo e contenente le sue reliquie. Questa processione è la rievocazione storica degli eventi del 1575, anno in cui, per scongiurare la peste, le reliquie di san Silvestro furono condotte in giro per il paese.

La Kubbaita

La domenica pomeriggio inizia la caratteristica cavalcata della kubbaita, che ha sicuramente origini arabe: da gubbiat, termine che in arabo significa “mandorla”. Alla cavalcata partecipano molti personaggi che sfilano in costumi cinquecenteschi, come soldati e cavalieri. Ogni cavaliere è accompagnato da un palafreniere che regge le briglie al cavallo e da un valletto, il quale a sua volta conduce un mulo carico di provviste. Il valletto porta sulle spalle una bisaccia piena di dolciumi, tra cui il caratteristico torrone siciliano. La cavalcata di Troina è la rievocazione storica della presa del castello ad opera del conte Ruggero quando, scacciati i saraceni, fece del paese la roccaforte delle sue conquiste in Sicilia. La kubbaita si svolge la prima domenica di giugno e percorre le vie principali, fino ad arrivare in piazza conte Ruggero, dove il corteo attraversa l’antico passaggio delle mura del castello, che consiste in un arco di legno sormontato da un’aquila dorata. Dopo il passaggio dell’arco, il corteo viene ricevuto dalle autorità civili del paese.

Volete scoprire qualcosa in più sulle tradizioni e le feste del nostro territorio? Vi suggeriamo di approfondire con il nostro articolo su San Sebastiano!


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