Assessori Sicilia

Presidente della regione, si insedia Schifani

Sono passati venti giorni dalla vittoria alle urne di Schifani con 894.306 voti, inclusi quelli delle 48 sezioni ancora oggetto di verifica (ma già conteggiate nella parte che riguardava la corsa verso Palazzo d’Orleans) quando sono trascorsi quasi venti giorni dal voto. Oggi pomeriggio si terrà il passaggio di consegne per la carica di Presidente della regione: sarà quindi l’ex presidente Nello Musumeci a cedere la carica a Schifani. Tuttavia, a causa di una norma promulgata dall’ultima legislazione, sarà necessario attendere ancora perché le dodici deleghe di giunta possano essere espresse dal Presidente. Bisognerà quindi attendere ancora prima che queste possano insediarsi prestando giuramento nella Sala d’Ercole. Come ha precisato il nuovo presidente della regione Schifani nel corso della cerimonia di proclamazione in Corte d’Appello «La nuova legge non mi consentirà di potermi avvalere immediatamente di assessori facenti funzioni. Lavorerò da domani come unico presidente della Regione, senza assessori. In attesa che si consumino i tempi procedurali. Lavorerò molto su questo compatibilmente con quelle che saranno le emergenze quotidiane che possono toccare una regione come la Sicilia e tante altre realtà territoriali.».

Schifani ha comunque precisato la sua scala di priorità. «I tempi della politica saranno normali, dovrò coniugare questo problema privilegiando gli interessi dei siciliani. Lo faremo nel rispetto dei tempi, anche perché per la giunta abbiamo delle scadenze a medio tempo, non a breve termine».

Schifani: “I siciliani hanno priorità bene precise”

Nessun dubbio, dunque, su quali siano i punti da cui ripartire con efficacia. «Darò immediatamente segnali concreti alle fasce deboli – promette – Poi esaminerò i dossier di tutti gli assessorati, perché il mio compito è di ordinaria amministrazione. Chiaramente se ci saranno delle emergenze le affronteremo assumendoci la responsabilità di derogare».

Il primo diktat del nuovo presidente della regione è però tanto semplice e chiaro quanto necessario in questo momento di profonda crisi legata ai continui rincari. «Darò immediatamente segnali concreti alle fasce deboli. Poi esaminerò i dossier di tutti gli assessorati, perché il mio compito è di ordinaria amministrazione – ha aggiunto – Chiaramente se ci saranno delle emergenze le affronteremo assumendoci la responsabilità di derogare. Sono abbastanza preso da questa grande responsabilità, so bene quale sia il compito che mi accompagnerà. Rappresenterò i siciliani davanti al governo nazionale che si creerà tra poco: lo farà con fiducia, determinazione e rispetto reciproco dei ruoli».

Elezioni regionali sicilia schifani

Presidente della regione Schifani: “Il ponte di Messina stavolta si farà”

Altro punto forte della campagna elettorale del neo presidente della regione è stato il “ritorno” del ponte di Messina, progetto che torna, di tanto in tanto, a fare capolino nella programmazione politica dell’isola. In un intervista al Corriere della sera, Schifani ha affermato come stavolta però le cose saranno diverse. «Stavolta si fa – ha affermato– . Era cantierabile e stavano partendo i lavori, ma il contratto fu rescisso dal governo Monti. Con 700 milioni di penale richiesta. Il progetto c’è. E siamo tutti d’accordo».

Schifani ha poi annunciato anche una serie di interventi a livello infrastrutturale, a cominciare da quelli legati all’emergenza rifiuti: «Le discariche traboccano. Occorre realizzare subito due grandi termovalorizzatori. Progetto avviato da Nello Musumeci. Da completare. Per trasformare i rifiuti in energia».

Infine, una riflessione che riguarda il lavoro e i giovani, in un momento storico in cui queste due parole appaiono sempre più ossimoriche. «La mia priorità assoluta è dare lavoro ai giovani attraendo investimenti che vanno facilitati con procedure burocratiche snelle. La Regione è bloccata, paralizzata da un sistema che quasi respinge chi vuole venire a investire e portare lavoro – ha aggiunto Schifani -. Bisogna semplificare e dare un segnale forte alla burocrazia che deve decidere e assumersi le proprie responsabilità. Alla politica tocca il potere di indirizzo per dare stimoli e indicazioni forti».


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