foto riunione stretto di messina

Ponte sullo stretto: stavolta si farà?

Il punto interrogativo non è casuale. Se mai c’è stato un interrogativo che è rimasto tale, in grado di competere con il famoso “essere o non essere?” di shakesperiana memoria, forse potrebbe essere proprio questo. Sarà questa la volta buona? Proprio stavolta, il ponte sullo stretto si farà? Sembra un ritornello vecchio, uno di quelli che tornano fuori a ogni programma elettorale, ma soprattutto parliamo di un progetto di cui si è parlato per la prima volta moltissimo tempo addietro. Per rendere l’idea, già i nostri nonni avevano sentito parlare di questa mirabolante opera; oggi, a distanza praticamente di 100 anni, del ponte non rimangono che progetti…e tante parole perdute.

Come sarà il ponte sullo stretto

Ponte sullo stretto progetto
Immagine tratta dal sito del Ministero

Il vantaggio di avere un background così complesso però è quello che, dati gli anni passati a immaginarne la realizzazione, ci sono tanti progetti del passato cui attingere. Motivo per il quale si riparte non da zero, bensì dal progetto definitivo del 2011. Quest’ultimo verrà aggiornato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali, e dalle autorizzazioni già ottenute nel 2012 relative ai raccordi ferroviari e stradali. 

L’ambizioso progetto, come mostra l’immagine, prevede un ponte che corra da un lato all’altro dello stretto poggiando solo su due piloni, uno in Sicilia e uno in Calabria. La campata unica, sospesa per 3.2km, sarà dunque senza sostegni nel mezzo. La lunghezza del ponte sarà 3,6 km, mentre la larghezza 60.4m. La struttura sarebbe unica al mondo: sul lato siciliano, vicino al paese di Ganzirri, dovrebbe sorgere sulla terraferma una torre alta quasi 400 metri. All’altro capo dello stretto, un pilone identico dovrebbe fornire il secondo sostegno al ponte, formando appunto un unico arco lungo circa 3,3 chilometri. 

Ma cosa cambierà per i viaggiatori? Il ponte favorirà gli spostamenti in treno e in auto. Sono infatti previste sei corsie stradali: tre per ciascun senso di marcia (veloce, normale, emergenza). Secondo le stime del governo, questo dovrebbe permettere il transito di sei mila veicoli all’ora sul ponte.

Il sistema ferroviario sarà invece articolato due binari per permettere il passaggio di 200 treni al giorno. Non è facilissimo tuttavia immaginare 200 treni al giorno che viaggiano su soli due binari. “La mancanza di un collegamento stabile – si legge nella relazione del 2021 –  penalizza molto la qualità dei servizi di trasporto, soprattutto quelli ferroviari (passeggeri e merci) che necessitano di lunghe manovre per la segmentazione dei treni e le successive manovre di carico e scarico”.

Dove sorgerà il ponte di Messina

Secondo la “Valutazione di soluzioni alternative per il sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina” redatta dal Gruppo di Lavoro 30 aprile 2021, “dagli studi condotti nel corso degli anni, nonché dalle considerazioni emerse durante le audizioni ai testimoni privilegiati, è emerso che le plausibili localizzazioni per un collegamento stabile dello Stretto di Messina ricadono prevalentemente all’interno di due macroaree”:

un’area di localizzazione 1, ovvero in quella zona prossima al tratto più stretto di separazione tra Sicilia ed il continente, tra Punta Pezzo (Rc) e Ganzirri (Me);

un’area di localizzazione 2, ovvero in quella zona più prossima ad un accesso diretto al centro di Messina, tra Concessa (Rc) e Falcata (Me). 

Critiche al ponte di Messina

Non sono mancate chiaramente le critiche. La zona dello Stretto di Messina è nota per la sua alta attività sismica, e ci sono preoccupazioni che la costruzione del ponte potrebbe essere influenzata da eventuali terremoti. Inoltre, alcuni esperti ritengono che il ponte potrebbe rappresentare un rischio per la sicurezza in caso di un terremoto.

Sempre presenti, anche a distanza di anni, i dubbi sulla sua effettiva validità e le critiche degli ambientalisti. Il ponte avrebbe un impatto significativo sull’ambiente circostante, tra cui l’habitat dei pesci, degli uccelli e delle tartarughe marine. Ci sono anche preoccupazioni riguardo alla possibile erosione delle coste e alla modificazione del regime delle maree.

Una delle critiche più ricorrenti però, specialmente per da parte dei siciliani, è però quella che il ponte non rappresenti tanto una priorità quanto le malandate infrastrutture siciliane. ‘è dibattito sul fatto che il ponte possa effettivamente risolvere i problemi di trasporto della regione e che possa essere considerato un investimento utile. Sono molte le voci che ritengono che sarebbe più vantaggioso investire in altre infrastrutture, come il miglioramento delle reti ferroviarie e stradali esistenti.


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