Perché portare a tavola i vini dell’Etna?

Non tutti sanno che l’Etna è anche una terra di vini. Con i suoi oltre 3300 metri di altitudine, questa cima maestosa e imponente domina il territorio siciliano. Si tratta di uno dei vulcani attivi più alti di tutto il mondo, e di tanto in tanto le sue eruzioni si fanno sentire, cambiando addirittura la…

17517 vini siciliani

Non tutti sanno che l’Etna è anche una terra di vini. Con i suoi oltre 3300 metri di altitudine, questa cima maestosa e imponente domina il territorio siciliano. Si tratta di uno dei vulcani attivi più alti di tutto il mondo, e di tanto in tanto le sue eruzioni si fanno sentire, cambiando addirittura la conformazione del paesaggio dei dintorni. È proprio grazie alla lava che i terreni circostanti sono fertili, ideali per la coltivazione della vite e per la crescita di molte altre piante autoctone. Ecco come nascono i vini dell’Etna, frutto di sperimentazioni che durano anni e che coinvolgono uve il cui sapore è senza dubbio inusuale e originale. I siciliani spesso hanno tentato di ricavare il massimo da queste terre, e la pratica della viticoltura ha garantito risultati più che apprezzabili. Con il passare degli anni, i vigneti diventano sempre di più. Si tratta di vitigni autoctoni, territoriali e antichi come il Carricante, il Nerello Cappuccio e il Nerello Mascalese, da cui provengono bianchi profumati e sapidi e rossi molto ricercati.

Gli aromi delle uve

Quelli dell’Etna sono vini siciliani molto particolari, anche perché la specificità del terroir etneo conferisce alle uve degli aromi strutturati e peculiari, che poi si presentano anche nel calice insieme con la tipica mineralità che caratterizza tutti i sorsi. Inoltre, stiamo parlando di terreni che si trovano ad altitudini importanti: qui, dunque, le temperature sono diverse da quelle del resto della Sicilia, e sia in inverno che in estate sono più o meno 15 gradi più basse rispetto a quelle della media della regione. Dalla maggiore freschezza del clima derivano caratteristiche uniche per i vini dell’Etna, che risultano così eleganti e pieni, ma soprattutto dotati di una notevole capacità di invecchiamento. La lava che ricopre i terreni nelle quali crescono le radici delle viti attribuisce alle vigne proprietà speciali. inoltre, ogni volta che si verifica un’eruzione, cola nuova lava, il che vuol dire che lo strato più nuovo va a sovrapporsi a quello vecchio, per poi espandersi e raffreddarsi.

Il Nerello Mascalese

Il Nerello Mascalese è senza dubbio uno dei protagonisti della viticoltura della Sicilia e dell’Etna in particolare. A livello di diffusione, in tutta l’isola è dietro solo al Nero d’Avola. Si tratta di un vitigno antico e autoctono, dai grappoli piramidali e lunghi, oltre che grandi. Originario dell’area vulcanica, questo vitigno ha acini con una buccia dal colore blu chiaro, sottile ma al tempo stesso forte. Notevole la polpa, dolce e succosa. La maturazione delle uve è tardiva, al punto che in genere la vendemmia viene effettuata a cavallo tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre. È raro che il Nerello Mascalese venga vinificato in purezza, anche se comunque la sua presenza nei vini Etna Rosso DOC risulta più che significativa. Quello che ne scaturisce è un rosso con un sapore che deriva soprattutto dalle peculiarità del versante vulcanico sul quale crescono le viti, con una capacità di invecchiamento ottima e una gradazione alcolica elevata.

I vini Etna Rosso DOC

Stiamo parlando di vini che in genere migliorano per otto o più anni. In seguito maturano in maniera graduale e introiettano note affumicate delicate. Nel caso in cui venga vinificato in purezza, il colore è rosso rubino e con sfumature granato. Il sapore è persistente e tannico, armonico e secco, mentre il profumo è di spezie e frutta rossa, con note di vaniglia e tabacco. Al di là della vinificazione in purezza, comunque, sono ideali gli abbinamenti con i formaggi stagionati, con la selvaggina e con le carni rosse. E se la parte fondamentale dei vini Etna Rosso DOC è rappresentata dal Nerello Mascalese, la parte rimanente è formata da Nerello Cappuccio o Mantellato, a sua volta noto nella viticoltura etnea anche se la superficie vitata è inferiore. Il grappolo è compatto e corto, mentre gli acini sono di grandezza media e contraddistinti da una buccia dal colore blu scuro. La maturazione si verifica a metà ottobre, e il sapore è lievemente tannico, oltre che dolce. I vini Nerello Cappuccio vantano un profumo di vaniglia e frutta rossa, hanno un colore rosso rubino e si contraddistinguono per un sapore armonico.

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