San Sebastiano acireale 1

Patrono di Melilli San Sebastiano

Torna il venerdì e torna l’appuntamento per scoprire la storia, la fede e le festività connesse a un santo. Stavolta è il turno del patrono di Melilli San Sebastiano, in realtà un santo molto venerato non solamente a Melilli ma in tutta la Sicilia (lo avevamo già incontrato ad Acireale).

La vita di San Sebastiano

Secondo una Passio sancti Sebastiani, composta verso il V ssecolo, Sebastiano soldato e martire sarebbe oriundo di Narbona, in Francia. Convertitosi al cristianesimo, venne arrestato e condannato al supplizio delle freccie. Legato a un palo, il santo fu trafitto da centinaia di frecce finché i soldati, credendolo morto, lo abbandonarono. Durante la notte alcuni cristiani portarono via il suo corpo e, sotto le cure della matrona Irene, Sebastiano si riprese e continuò a predicare la fede di Cristo. Arrestato nuovamente, stavolta venne ucciso a colpi di bastone e il suo corpo venne gettato in una cloaca, da dove più tardi fu tratto per essere sepolto a Roman accanto alla romba dei santi Pietro e Paolo.

Patrono di Melilli protettore dalle malattie

A causa del supplizio subito san Sebastiano divenne colui che protegge gli uomini dalla peste perché sin dalle origini più remote della civiltà umana le frecce hanno un legame simbolico con le frecce. Infatti secondo la mitologia fu Apollo a mandare la pesta fra gli uomini con saette mortifere. Nell’iconografia popolare, inoltre, san Sebastiano è l’unico santo cristiano raffigurato nella sua totale nudità mentre subisce il supplizio. San Sebastiano, la cui festa cade il 20 gennaio, è il patrono più amato in tutta la provincia di Siracusa, dove il suo culto risale al 1414, quando venne ritrovata una statua del santo.

E’ protettore di molti paese siracusani come Tortorici, Acireale, Avola, Francoforte, Canicattì Bagni e Palazzolo Acreide, ma è soprattutto a Melilli che la devozione per il santo sfocia in manifestazioni spettacolari, che sconfinano nella sfera magico-religioso e nel fanatismo.

Patrono di Melilli la festa

Ogni anno a Melilli, che in età feudale appartenne alla contea di Augusta, il primo maggio si ripete il rito devozionale della processione dei nuri, il pellegrinaggio di devoti provenienti da molti paesi della Sicilia. Alcuni di loro affrontano il viaggio a piedi scalzi per sciogliere un voto e fino a pochi decenni fa il paese veniva invaso da centinaia di carrettini che trasportavano i fedeli. Per questa regione il pellegrinaggio assumeva il tono di una sagra paesana.

Oggi il pellegrinaggio viene effettuato non più a piedi ma con moderni mezzi di trasporto e si è perso l’antico carattere di occasione di incontro e di sagra che animava il pellegrinaggio di una volta. Tuttavia la partecipazione alla festa da parte dei devoti e pellegrini si è accresciuta nel tempo. I nuri vestono oggi con il tipico costume di colore bianco, il colore della fede, e una fascia rossa a tracolla ed entrano in chiesa correndo al grido di : e-cchiamàmulu ca n’aiuta! E-cchiamamulu tutti, frusteri e-ppaisani,via Ddiu e Sam-Mastianu!. La maggior parte dei pellegrini che affluisce a Melilli proviene dalla contrada della Santa Croce, dove si trova un’edicola votiva e da dove i devoti iniziano il loro viaggio partendo all’alba. I nuri, giunti davanti al fercolo del santo, depongono il mazzo di fiori votivo. Nei festeggiamenti per san Sebastiano si usava far offerte di gioielli, cera e animali (cavalli, muli, galline, capre e asini); quest’usanza è stata tuttavia abolita dalla Chiesa per quanto riguarda gli animali.

La chiesa di S. Sebastiano a Melilli

La chiesa dedicata al santo patrono, costruita nel 1751 su progetto del francese Louis Alexander Dumontier e restaurata dopo il terremoto del 1990, in occasione dei festeggiamenti si riempi di fedeli che vogliono consegnare l’offerta promessa: ex voto in cera e denaro. Tutti vogliono toccare la statua, issata nel frattempo su una macchina. Subito ha luogo l’offerta simbolica dei bambini al santo: essi, spogliati dei loro indumenti, vengono cinti ai fianchi da una fascia rossa e coperti con un fazzoletto in testa; ognuno ha accanto un mazzo di fiori. Molte madri sfregano i vestitini dei propri figli sulla statua a scopo propiziatorio e come promessa al santo. Infine questi indumenti vengono regalati ai bambini poveri del paese.  


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