Inciviltà a Catania: video virali e classi all’aperto

Una città allo sbando. L’immagine che emerge della cittadina etnea è quella di una sorta di compendio del far-west in chiave contemporanea. Un luogo dove ogni giorno si è costretti ad assistere a scene di volta in volta peggiori, senza che si riesca invertire il trend. E così, nel giro di pochissimi giorni, si è passati dalle polemiche legate alla pessima gestione della sporcizia (notata anche da Samuele Bersani) al video on line di Inciviltà a Catania.

Inciviltà a Catania: il video virale del raid in motorino

Incivilta a Catania

Una vicenda bruttissima, che non ha mancato di scatenare indignazione sul web. I fatti sono presto riassunti: un giovane sta viaggiando su un monopattino nella zona adibita al suo transito, nelle piste contraddistinte dalle fasce bianche. A tarda ora viene affiancato da uno sciame di motorini, guidati da ragazzini (alcuni dei quali, oltretutto, senza casco). I piccoli criminali in erba si affiancano prima al monopattino, insultando il ragazzo, e poi lo spingono giù incuranti delle possibilità di nuocergli. Nel video si vede chiaramente il malcapitato impattare (fortunatamente) sulle aiuole, mentre avrebbe potuto andare molto peggio. Agghiacciante poi il commento conclusivo del regista del video (anche lui, ovviamente, a bordo di un motorino), che con una vena sadica commenta proprio l’accaduto.

Non è necessario certo aggiungere molto ai fatti, che già di per sé non possono che essere aberranti. La straordinarietà consiste, a nostro avviso, oltre che nell’atto anche nell’aver prontamente “rivendicato” il gesto, caricando online i filmati dell’avvenuto sulle principali piattaforme social. Segno di scarsa previsione delle conseguenze, certo, ma anche di una certa noncuranza verso le autorità e la loro capacità di azione. D’altronde, chi pensa di poter commettere un gesto simile lo fa perché sa che, nel momento in cui lo compie, non verrà punito. I controlli nella città, d’altronde, sono ben poveri e ricordiamo ancora cosa accadde a Licari, aggredito dai ragazzini cui aveva impedito di infrangere la legge e colpito alla testa con un casco.

Ciancio: “Catania mal gestita, autorità non sono in grado”

La polemica sul web arriva fra l’altro a poca distanza da un altro video, ripreso sempre dalla pagina di Inciviltà a Catania. Vi si vedeva un ragazzo molestare verbalmente delle turiste con il più classico dei catcalling. Era stato sempre lo stesso molestatore poi a caricare il video su Instagram e sempre lo stesso, una volta scoppiata la bufera mediatica, a replicare con un altro video senza chiedere alcuna scusa. Ovviamente, anche il molestatore aveva girato anche questo video a bordo di un motorino in movimento (!) e senza casco. Diviene naturale chiedersi dove siano i controlli in questi casi: Gianina Ciancio ha fornito la sua risposta in merito.

La deputata regionale del movimento 5 stelle si è espressa con parole durissime: «La situazione a Catania peggiora di giorno in giorno e non possiamo aspettare un minuto di più per invertire la tendenza che vede l’aumento di fenomeni di inciviltà, parcheggio selvaggio e invasione delle piazze cittadine e delle aree pedonali. Il Comune, più volte sollecitato, ha dato prova di non essere in grado di affrontare il problema con le proprie forze. Abbiamo quindi deciso di rivolgerci direttamente al prefetto, certi della sua sensibilità e del suo impegno su questi temi.»

Una denuncia rilanciata a gran voce anche da molti cittadini sul web, che hanno ripreso il senso di incertezza.

Dal 2 maggio lezioni fuori: il fallimento della scuola

Il Liceo Boggio Lera di Catania

Nel frattempo, come se non bastasse, da oggi 2 maggio una classe del liceo scientifico Enrico Boggio Lera di Catania svolgerà la propria attività didattica all’esterno. Per la precisione nella vicina piazza Dante, di fronte all’ex monastero dei benedettini che ospita l’università. Tutte le classi saranno coinvolte in quest’iniziativa che le vedrà darsi il cambio dalle 8.15 alle 12.15. La volontà, come precisa il dirigente scolastico Donato Biuso, è quella di «ricordare alle autorità e all’opinione pubblica che ancora oggi non sono stati risolti i problemi nati in seguito al crollo di una parte del tetto della sede centrale avvenuto il 10 novembre del 2021».

Ancora una volta, ma su un fronte totalmente opposto, Catania diviene simbolo del fallimento delle autorità (in senso trasversale) di fronte alle necessità dei cittadini. Una comunità che rimane attonita di fronte il venir meno anche delle elementari condizioni per l’istruzione e che rema in controsenso rispetto al senso di civiltà. Perché, come ha ricordato il dirigente Biuso, «come è scritto nella nostra Costituzione, deve essere garantito il diritto allo studio».


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