Comune di Militello Val di Catania

Militello Val di Catania: Le 10 cose da visitare

Storia del comune di Militello Val di Catania

Non possediamo fonti documentabili sulle origini del comune di Militello di Val di Catania ma esistono testimonianze evidenti che fanno riferimento alla civiltà neolitica, sicula e greca.
Lo storico Pietro Carrera afferma che la fondazione del comune di Militello sarebbe avvenuta ad opera di alcuni legionari romani durante l’assedio di Siracusa, nel 214 a.C.
In questo modo è anche possibile spiegare l’origine del toponimo della città: il nome Militello deriva proprio da Militum Tellus, ossia “terra dei soldati”.Secondo un’altra versione, invece, le origini di Militello sarebbero legate all’opera di alcuni esuli micenei, i quali dovettero emigrare dalle loro città dopo l’incursione da parte dei Dori nel 563 a.C.
Con l’avvento normanno Militello passò nelle mani di vari signori che ne ottennero il dominio.
Nel corso del tempo due famiglie sono riuscite a segnare la storia di questo comune: i Barresi e i Branciforte.
È grazie a queste due famiglie che Militello raggiungerà il massimo del suo splendore sia nell’ambito artistico che in quello politico. Questo periodo fiorente ha il suo culmine nella prima metà del Seicento.Il comune di Militello Val di Catania offre una grande quantità di monumenti e luoghi suggestivi da visitare. Vediamone alcuni insieme.

Cinque posti da visitare nel comune di Militello Val di Catania

Fontana della Ninfa Zizza

comune di Militello In Val di CataniaFontana della Ninfa Zizza

La fontana della Ninfa Zizza è un monumento risalente al 1607.
La costruzione della fontana rappresenta un evento estremamente importante per il comune di Militello: l’arrivo dell’acqua potabile. Il poeta Pietro Carrera (1573-1647) scrisse anche un poemetto legato a questo importante evento: un idillio pastorale, il poemetto Zizza, il quale narra l’infelice storia di amore nata fra la ninfa e il pastorello Lèmbiasi.
Al centro della fontana è possibile ammirare un basso rilievo che raffigura Zizza con ai suoi lati due teste di leone poste all’interno di due nicchie. Alla base, invece, è presente una vasca ottagonale sormontata da una maschera di satiro.

Chiesa di San Francesco di Paola

Chiesa di San Francesco di Paola

La chiesa di San Francesco di Paola fa parte di un complesso che comprende anche il Convento dei Paolotti.
La chiesa era inizialmente dedicata all’Annunziata ma il primo maggio del 1913 venne ceduta alla Congregazione di Carità e venne dunque affidata alle cure del cappellano rettore delle Figlie di Sant’Anna.
Nel 1932 fu trasformata in un Ospedale Civico.

Museo civico Sebastiano Guzzone

Museo civico Sebastiano Guzzone

Il museo civico Sebastiano Guzzone è stato inaugurato il 1 agosto del 2006 ed ha origine nei locali dell’antico convento di San Domenico.
E’ possibile ammirare nell’atrio dell’ingresso tre diverse opere molto interessanti: una mappa di Militello risalente alla fine del XIX secolo, un cartone per affreschi che raffigura l’incoronazione realizzata dal pittore militellese Giuseppe Barone e, infine, un affresco dell’epoca settecentesca che raffigura una deposizione di Cristo.

Il castello Barresi-Branciforte

Il castello Barresi Branciforte

Il castello Barresi-Branciforte è stato gravemente danneggiato dal terremoto del 1693 ed è stato ricostruito in parte nel ‘700. All’inizio del ‘900 era un castello ormai abbandonato: venne diviso e venduto a privati.
In questo modo venne alterata la conformazione di questo importante edificio storico, il quale venne smantellato e diviso in singole abitazioni.
Ciò che resta del castello sono la porta d’ingresso della corte Sud, detta Porta della Terra, la fontana della Ninfa Zizza, due torri, l’estremità sud della galleria dove venivano collocate le librerie ed i grandi vani del trappeto per la molitura delle olive.

Chiesa della Madonna della catena

Chiesa della Madonna della catena

La chiesa della Madonna della catena è una delle poche costruzioni di impianto cinquecentesco sopravvissuta al terremoto del 1693. All’interno sono presenti incredibili decorazioni: sono scolpite le dodici Sante Vergini e le storie di Maria fra putti, festoni, conchiglie e varie figure.

Chiesa madre di San Nicolò

L’antica chiesa madre, sempre dedicata a S. Nicolò, venne distrutta completamente dal terremoto del 1693 mentre quella attuale è stata riedificata in un luogo diverso.

La sua costruzione iniziò nel 1721 secondo un progetto dell’architetto catanese Francesco Fichera che ideò il primo ordine della facciata mentre nel 1755 venne edificato il secondo ordine grazie al disegno dell’architetto Francesco Battaglia, anch’egli di Catania.

Accostata alla navata destra sorge la torre campanaria sormontata da una piccola cupola a base ottagonale.

L’interno è a croce latina con tre navate e presenta preziosi altari appartenenti alla chiesa precedente tra i quali occorre ricordare quello dell’Addolorata e quello di S. Giuseppe.

Ancora , tra le innumerevoli opere custodite nella chiesa ricordiamo la tela opera di Vito D’Anna “predica di S. Nicolò” e il seicentesco pulpito in legno di noce del maestro Baldanza.

Museo diocesano

Questo museo è stato realizzato nei sotterranei della chiesa ed è aperto al pubblico dal 1985.

In esso ritroviamo bellissime statue lignee settecentesche, preziosi e numerosi oggetti in argento provenienti da alcune chiese del territorio, un insieme di statue risalenti al rinascimento e ancora campane, lapidi marmoree e una ricca pinacoteca.

Chiesa di Santa Maria della Stella

La chiesa, di origini antichissime era, in epoca medioevale, la cappella privata dei Barresi, naturalmente nel corso degli anni subì parecchie trasformazioni per poi venire distrutta dal terremoto del 1693.

La nuova chiesa dedicata a S. M. della Stella, patrona della città, venne ricostruita, dove la troviamo oggi, nel 1722 su progetto dell’architetto Francesco Coniglio.

La ricca facciata è anticipata da una sontuosa gradinata in pietra lavica la quale ci conduce al portale arricchito da  due colonne adorne di fregi barocchi che reggono il timpano spezzato.

Sopra ogni porta laterale si può ammirare una finestra finemente decorata e nel secondo ordine spiccano due ampie volute che rimarcano l’eleganza della facciata.

Il campanile è stato costruito distaccato dal corpo della chiesa e non è mai stato finito.

All’interno della chiesa ritroviamo molte opere antiche, alcune risalenti al rinascimento, altre barocche.

Ricordiamo la statua “Ecce Homo” risalente al 1624 di G. B. Baldanza, il dipinto “Natività di Maria” del XVIII secolo  di Olivio Sozzi e la tela “Martirio di S. Bartolomeo” del 1694.

Inoltre in questo luogo è conservato il sarcofago di Blasco II Barresi che risale al quattrocento.

Convento di San Benedetto

Fu il principe Francesco Branciforte a far edificare, nella prima metà del seicento il convento dei Benedettini di Militello in Val di Catania.

Il terremoto del 1693 lo distrusse quasi del tutto ma lasciò buona parte della facciata, pertanto quest’ultima oggi è un rarissimo monumento che risale a un periodo antecedente il sisma, in tutta la Sicilia sud-orientale.

Il portale d’ingresso è arricchito da una bordura bugnata e l’imponente facciata presenta numerosi fregi e decori.

All’interno del convento si può ammirare un grande chiostro.

Oggi l’edificio è sede del municipio della città..

La chiesa del convento di S. Benedetto

Questa magnifica chiesa, costruita nel 1646, si trova adiacente al convento e internamente presenta numerose opere d’arte tra le quali ricordiamo i dipinti di Filippo Paladino e di Sebastiano Conca (“L’ultima comunione di S. Benedetto”).

Pregevoli sono anche il coro ligneo, nelle cui sculture vengono rappresentati i Misteri del Rosario, e una preziosa statua della Madonna Del Rosario che ha origini nel seicento.

Per queste sue meraviglie e altre ancora nel 2002, insieme al Val Di Noto, Militello in Val di Catania è stata dichiarata dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità” e quest’anno ha vinto anche il titolo di BORGO PIÙ BELLO DI SICILIA 2022.


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