chiocciola umidita

Chiocciola: tradizioni siciliane a tavola

Chiamateli come volete: vavaluci, vavalaggi, crastuni o ‘ntuppateddi, o, molto più elegantemente escargot come i francesi, fatto sta che, nella nostra cucina, povera o no, ma tradizionale, erano presenti più e più volte, sempre dopo una copiosa pioggia.
Era normale, quando spioveva, andare alla ricerca di vavalaggi lungo le strade di campagna, ai bordi delle stradelle intrise di pioggia, cercando tra le foglie o sui sassi questi molluschi.
Chi non poteva li comprava, ancora oggi, venditori muniti di ceste offrono la loro mercanzia agli angoli delle strade e allora si vedono i vavalaggi che si muovono lentamente e sornione, ignare del destino che le attende, si arrampicano nei bordi delle ceste o sul manico, spesso riescono a raggiungere ceste attigue dove viene esposta fresca verdura di campagna, raccolta, naturalmente, insieme alle chiocciole.

Sicilia a tavola: chiocciole o lumache?

In realtà, si parla di chiocciole o lumache come se fossero la stessa cosa ma c’è una bella differenza ed è importante evidenziarla.
Infatti, le chiocciole posseggono la conchiglia mentre le lumache non ne hanno.
D’altronde le lumache non sono commestibili, tra i cibi di cui si nutrono alcuni sono tossici per l’uomo.
Pensiamo però che questa precisazione sia solo ai fini di una corretta comunicazione, per il resto tutti conosciamo le nostre “lumache”, con le loro “casette” dalle quali venivano fuori solo se cantavamo “nesci corna ca veni papà, nesci corna ca veni papà ”.
E le corna uscivano, con grande stupore dei bambini.
Le chiocciole sono molluschi appartenenti alla specie commestibile degli Elicidi e alla classe dei Gasteropodi. Il loro corpo striscia sul terreno attraverso una parte chiamate “piede” e, al fine di scivolare con più facilità, emettono la bava.
Si trovano nei luoghi umidi e ombrosi, che prediligono. In condizioni ambientali sfavorevoli o quando l’animale si sente in pericolo, può sigillare l’apertura della conchiglia con una chiusura piuttosto resistente.
Chiocciola in movimento

Chiocciola: la pulizia

Prima di essere cucinate le chiocciole devono essere pulite, infatti occorre eliminare bava, feci e a residui di altre sostanze che potrebbero “sporcarle” e che risultano più o meno tossiche per l’uomo.
Per questo le chiocciole vengono lasciate a digiuno per due o tre giorni; questa tappa viene chiamata purgazione.
La raccomandazione è quella di mettere sopra il recipiente che le contiene un coperchio con un peso sopra altrimenti, poco dopo, l’ambiente sarà “colonizzato” da questi piccoli molluschi.
Adesso si mettono a bollire ma sarebbe meglio che il loro corpo sia chiuso del tutto nella conchiglia, basta riporle un poco nel frigorifero e si ritireranno del tutto.
Versare i vavalaggi in pentola quando l’acqua bolle e lasciarle almeno cinque minuti, qualcuno li tiene anche di più.
Adesso occorre sciacquarle sotto acqua fredda corrente per portare via tutta la terra e dopo possono essere cucinate.
Chiocciola verde

Chiocciola: come cucinarle

Le ricette per cucinare le chiocciole sono molto numerose e legate soprattutto alle tradizioni locali.
Per esempio, in Sicilia vengono cotte con tutta la conchiglia ma in molte regioni il corpo viene estratto e preparato spoglio del suo guscio.
Il modo più semplice è questo:
Soffriggere abbondante aglio in olio di oliva, poi unite pelati, sale e peperoncino.
Cuocere per circa mezz’ora affinché i pomodori siano cotti.
Adesso unire le lumache di terra al tutto, lasciate che si insaporiscano per bene, spegnere il fuoco e cospargere di prezzemolo tritato.
Chiocciola albero

Proprietà nutrizionali

Questo cibo è dietetico e allo stesso tempo di elevato valore nutritivo, ricco di proteine e povero di grassi, inoltre è ricco di ferro e calcio e di altri minerali.
Per questo è consigliato nelle diete dimagranti o per le persone che presentano valori alti di colesterolo e trigliceridi.
A questo punto non ci resta che mangiarli, magari muniti di un ago o di uno spillo per tirali fuori dal guscio, così come facevano i nostri nonni e…attenzione al risucchio!
Anche se ci viene voglia di estrarre anche il sughetto aspirandolo un poco, non è elegante farlo a tavola.
E buon appetito. Se volete leggere ancora di tradizioni siciliane in cucina, potete leggere il nostro articoli sui lupini!


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