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Chi è Benedetto Mancini, nuovo proprietario del Calcio Catania

Dopo la grande paura, i legittimi dubbi. La fine del 2021 e l’inizio del 2022 sono stati mesi complessi per i tifosi catanesi, che hanno dovuto fare i conti con la concreta possibilità che la loro squadra sparisse del tutto. La notizia del fallimento (non certo un fulmine a ciel sereno), la profonda crisi societaria, poi le due aste deserte: tutto lasciava presagire il più triste dei finali. Infine è arrivato l’imprenditore Mancini, che sembra avere dissipato le nubi sul futuro rossazzurro. Ma molte voci dubbiose si sono levate e più di una volta intorno alla figura di Mancini ci sono state polemiche. Cerchiamo quindi, anche noi in qualità prima di tutto di tifosi, di capire chi è Benedetto Mancini.

Chi è Benedetto Mancini, l’imprenditore

Originario di Roma, ha studiato al liceo classico Giulio Cesare. Nella sua pagina Facebook, alla voce informazioni, riporta del trasferimento a Sofia – dove sembra risiedere tutt’oggi. Ha una compagna, Leandra Venturi, ed è attivo nel settore turistico, termale e commerciale. Un passato anche nella politica, dato che si è candidato anche alle Amministrative di Roma, comparendo nella lista del candidato sindaco Enrico Michetti. Ai tempi, la candidatura destò clamore perché l’imprenditore era accusato di bancarotta.

I dubbi sono però certamente generati con ancora più forza dal suo passato nel mondo delle società calcistiche, che lo hanno visto interessato a diverse proprietà, quali Palermo, Catanzaro e Siena, salvo poi fare dietrofront. In due casi però Mancini andò vicinissimo a rilevare delle società e in ambedue i casi andò malissimo.

Benedetto Mancini 1

Nel primo caso Mancini tentò di rilevare nel 2017 la squadra del Latina, che allora militava in serie B. La scelta si rivelò però sciagurata: l’imprenditore arrivò a versare la prima caparra di 72.000€, ma non perfezionò l’acquisto con i successivi 684.000€, necessari per rilevare il club. Mancini liquidò la faccenda con affermazioni che (naturalmente) non furono prese bene dai tifosi del Latina.

Ma quando compri un bene con una massa debitoria che tutti conosciamo, compri su una Serie B, che ha un piano finanziario diverso dalla Lega Pro. Lo scenario è cambiato e si è pensato a cosa fare. Il progetto non cambia. Se il Latina mi vorrà tornerò. Stiamo a giocare su una tavola di scacchi. Non sto giocando sulla pelle di nessuno. Non abbiamo arrecato alcun danno alla squadra, anche perché la squadra è retrocessa. I soldi che abbiamo versato non sono andati persi, ma sono serviti ai curatori per coprire le spese correnti.» Alla fine della stagione però il Latina non riuscì a superare la crisi e sparì dal calcio professionistico.

Il caso del Rieti

Analoga sorte, più o meno, quando Mancini sembrò interessarsi fortemente al Rieti. L’episodio è molto più recente e risale a gennaio dello scorso anno, quando Mancini aveva promesso di dissipare le nubi e portare sole e speranza. « Il mio progetto, anzi nostro, punterà molto sui giovani, punteremo sul settore giovanile in modo che diventeranno professionisti», aveva promesso l’imprenditore romano.

«Una città come Rieti ha bisogno si di un progetto tecnico calcistico ma a latere, e non in secondo piano, c’è un progetto sociale, sulla medicina dello sport. Andremo sulla provincia ma non a prendere i ragazzi, voglio unire la provincia e far crescere la provincia. Voglio che i bambini diventino professionisti. Voglio fare un centro medico, un centro internazionale, studi medici, centro congressi, ristoranti: ecco farò una ‘Casa Rieti‘ con campi da calcio palestre foresteria. È un progetto per la città di Rieti. E’ ovvio io sono il presidente ma il progetto non è di Benedetto Mancini ma rimarrà a Rieti. Sarò un presidente tifoso» era stata la chiusura a effetto di Mancini, lo stesso che poi però si è defilato poco tempo dopo.

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“Voglio creare qualcosa che duri nel tempo, voglio mettere radici”

Anche in questo caso Mancini si è lasciato precedere da affermazioni roboanti, come quest’ultima, pronunciata poco dopo essere divenuto Presidente del Catania con un capitale sociale di 510mila euro circa, appena sufficiente a superare le richiesta del tribunale. In tutto ciò però il nuovo Patron rossazzurro ha già le idee chiare su come rimettersi in moto

«Perinetti? E’ un nome che vi confermo, un professionista che e’ garanzia di serieta’ del progetto. Con lui vogliamo costruire qualcosa di vincente. Ho detto a Pellegrino che se pensa di dare le dimissioni sappia che le respingo. Altri nomi nuovi? Persone di mia fiducia come Fabrizio De Micheli, che mi segue ovunque, Dario Perugia, che sara’ responsabile dello staff medico, e Riccardo Fabbro, che sara’ il club manager».

Cosa fare? Il passato di un uomo non è certo garanzia del futuro, specie quando si parla di situazioni societarie – ambiti delicati per eccellenza. Dal canto suo Mancini non ha mai nascosto come si sia sentito parte lesa nella faccenda del Latina, accennando a una situazione debitoria inaspettata. Ingiusto giudicarlo a priori per complicate vicende del passato, ancora più complesso rinunciare alla speranza per il futuro del Catania. Non ci rimane che augurarci che stavolta le cose andranno diversamente.


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