arvigan covid 19

Avigan: i benefici del Farmaco

Per avere un vaccino contro il Coronavirus, purtroppo, bisognerà aspettare ancora chissà quanto tempo. Mesi, nella migliore delle ipotesi.
Nel frattempo, le forze in campo sono concentrate nel tentativo di individurare, quantomeno, dei farmaci che possano essere d’aiuto nel contrastare questo terribile nemico sconosciuto.
Purtroppo, quando si parla di Coronavirus, tutto è nuovo, tutto è in via sperimentale. E’ importante che la ricerca e la sperimentazione vadano avanti, ed è altrettanto importante che le notizie che circolano attraverso i vari mezzi di informazione siano sempre più che mai selezionate e soppesate con la massima attenzione dagli utenti.

I benefici dell’Avigan contro il Coronavirus

Avigan
Negli ultimi giorni, ad esempio, si è diffusa la notizia per cui il farmaco chiamato Avigan (il principio attivo è il Favipiravir), sarebbe efficace nel trattamento del Covid-19. Il condizionale, in questi casi, è sempre d’obbligo. Inutile creare false illusioni, ma è anche giusto continuare a sperimentare e a nutrire la speranza che, prima o poi, un rimedio lo si trovi davvero.
L’Avigan è un farmaco antinfluenzale messo a punto nel 2014 da una casa farmaceutica giapponese, consociata della Fujifilm. Sembra che in Cina e in Giappone sia già stato utilizzato per trattare centinaia di contagiati dal Coronavirus, e che i risultati siano stati più che incoraggianti: moltissimi i soggetti guariti, e soprattutto in tempi molto più brevi (4 o 5 giorni, contro gli 11 abituali) rispetto ad altri che non sono stati trattati con il medesimo farmaco.
Anche le radiografie sembrano aver dimostrato l’effetto benefico dell’Avigan: infatti, più del 90% dei pazienti che lo hanno assunto ha evidenziato grossi miglioramenti a livello polmonare.
Stando ai dati che provengono da Oriente, senza questo tipo di farmaco, tale percentuale sarebbe stata di gran lunga inferiore.

Con quali pazienti sembra efficace l’Avigan

avigan anti influenzale
Attualmente sembra che i medici giapponesi stiano utilizzando l’Avigan su tutti i pazienti contagiati, vale a dire quelli che presentano sintomi lievi, ma anche quelli che hanno invece una situazione clinica più complessa.
La speranza è che questo farmaco impedisca al virus di moltiplicarsi nell’organismo, così da stroncare sul nascere il rischio di possibili complicazioni. Infatti, il principio attivo (Faripiravir) nasce proprio come inibitore virale, nel senso che dovrebbe inibire la replicazione del gene virale nelle cellule infette.
Tuttavia, una fonte del ministero della Salute giapponese ha rivelato che il medicinale attualmente non sembrerebbe essere altrettanto efficace nelle persone che presentano sintomi gravi, cioè quando il virus si è già ampiamente diffuso nell’organismo ed ha fortemente compromesso i polmoni.

Un cauto ottimismo, ma intanto seguiamo le indicazioni ufficiali

Eventualmente, prima di poter fare affidamento sull’uso su vasta scala dell’Avigan, sarerebbe comunque indispensabile ottenere il via libera da parte del governo giapponese, dal momento che il farmaco nasce come antinfluenzale e non come prodotto specifico contro il Covid-19. Questa autorizzazione, stando a fonti non si sa quanto sicure ed attendibili, potrebbe forse arrivare a maggio. Certo è che, ritardando i risultati della ricerca clinica, si rischia di posticipare sempre più anche questa approvazione.
In questo contesto così complesso e con così poche certezze, non resta comunque che sperare che una soluzione sia finalmente vicina e che davvero un farmaco come l’Avigan possa rivelarsi un valido aiuto per contrastare il virus. Così come si sta sperimentando, ad esempio, anche un farmaco contro l’artrite reumatoide: sembra che anche questo possa portare miglioramenti, ce lo auguriamo tutti, ma è ancora troppo presto per avere riscontri assoluti.
Nel frattempo, questo è certo, meglio seguire scrupolosamente tutte le indicazioni fornite dalle fonti ufficiali del Governo e del nostro Servizio Sanitario, senza cadere nella rete di notizie illusorie e prive di fondamento. Non è detto che siano sempre tutte delle “bufale”, anzi, ma è sempre meglio essere cauti ed aspettare di avere qualche conferma ufficiale in più.
 

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